La Cgil vince e avanza

279.263 voti, 74.130 più della volta scorsa, 32,73%, il 6,36% in più rispetto elezioni del 2000.

In queste due cifre è racchiuso il successo della Cgil Scuola nelle elezioni delle RSU che si sono tenute il 9-10-11 dicembre

La Cisl Scuola segue al 22,89%, confermando praticamente il risultato della scorsa volta, così come la Uil Scuola al 12,86% (+ 0,86%).

Grazie al balzo in avanti della Cgil Scuola il fronte confederale avanza dal 61% del 2000 al 68,5 di oggi.

E la Cgil dovrebbe avere oggi anche il primato nella rappresentanza complessiva in categoria, detenuto finora dalla Cisl Scuola grazie esclusivamente al più alto numero di iscritti.

Perdono tutti gli altri.

Lo Snals perde il  2,24% e si attesta al 16,88%.

La corporativa Gilda è praticamente dimezzata al 6,15%.

I Cobas, come la galassia che li circonda (Unicobas, Cub), perdono almeno un terzo del loro elettorato, e si fermano al 4%. Per loro, sempre debolissimi sul piano del tesseramento, la meta della rappresentatività, a rischio persino per la Gilda, resta una chimera irraggiungibile.

L’Anquap, filiazione dell’Associazione Nazionale Presidi, vero e proprio sindacato giallo quindi, fallisce miseramente attestandosi al di sotto del 2%.

Senza storia gli altri sindacatini fermi tutti insieme al di sotto del 2%.

 

Risultati

Scuole

Elettori

Totale

Scrutinate

%

Aventi Diritto

Votanti

%

10812

10668

98.67

1074974

873918

81.30

 

Risultati Nazionali + Estero (Elezione 2000 Fonte ARAN)

 

Lista

Votazione corrente

Votazione 2000

Variazioni

Voti

Percentuale

Voti

Percentuale

Voti

Percentuale

CGIL-Scuola

279263

32.73 %

205133

26.37 %

74130

6.36 %

CISL-Scuola

195255

22.89 %

176507

22.69 %

18748

0,20 %

UIL-Scuola

109751

12.86 %

93375

12.00 %

16376

0.86 %

SNALS

143989

16.88 %

148753

19.12 %

-4764

-2.24 %

GILDA

52492

6.15 %

88487

11.38 %

-35995

-5.22 %

COBAS

34368

4.03 %

44502

5.72 %

-10134

-1.69 %

UNICOBAS

4594

0.54 %

%

%

ANP-ANQUAP

16393

1.92 %

%

%

Altri

17014

1.99 %

21123

2.72 %

-4109

 -0.72 %

Voti Validi

854178

777880

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Alcune chiavi di lettura dei risultati

Svariate le chiavi di lettura del risultato. Scontate quelle che già l’altra volta avevano giustificato  primato della Cgil Scuola: valore dei candidati, attivismo dei quadri e degli iscritti della Cgil, confederalità, storia e rispettabilità della Cgil, il suo pluralismo interno, la sua capacità organizzativa, che stavolta l’ha portata ad avere liste in ben 9.957 scuole su un totale  di 10.812 cioè ben il 92,09%.

Più attuali le interpretazioni politiche legate al cambiamento del contesto politico. L’altra volta non era mancato chi maliziosamente adombrava il fatto che il “ministerialismo” dei lavoratori della scuola aveva premiato la Cgil ai tempi dell’Ulivo così come aveva premiato la Cisl ai tempi della DC. Ma la Cgil ha superato brillantemente la “svolta”.

L’atteggiamento intransigente contro una politica scolastica che si caratterizza in termini di reazione restauratrice fa bene a tutti: un avanzamento del fronte confederale in cui l’intransigenza della Cgil Scuola viene premiata senza però indebolire Cisl Scuola e Uil Scuola è un esito logico e naturale della manifestazione unitaria del 29 novembre. Un insegnante su tre sta con la Cgil Scuola, 7 su 10 con i confederali: il consenso potenziale alla controriforma della Moratti non arriva neppure al 10% nella categoria, se si tiene conto che neppure lo Snals è a favore di ciò che bolle in pentola. Siamo perciò di fronte alla più grossa e inequivocabile sconfitta del Governo. Nonostante i miliardi di vecchie lire spesi in propaganda, adesso la sua controriforma della scuola la dovrebbe fare senza il consenso di chi la dovrebbe applicare. E la scuola, si sa, è una comunità, non un ufficio né una linea di montaggio.

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I lavoratori scelgono la partecipazione 

E i lavoratori della scuola questo lo hanno registrato: da una partecipazione al voto pari all’81,3%, esce una volontà di partecipazione dei lavoratori alla gestione della comunità scolastica, in grado di spezzare le velleità di militarizzazione della categoria contenute nei disegni di legge sullo stato giuridico che sopprimerebbe la contrattazione di scuola e buona parte anche di quella nazionale. E chi, come la Gilda, si è adagiato su questa scelta nell’illusione di guadagnare spazio alla sua logica lobbistica, ne ha ben a ragione fatto le spese. Così come le ha fatte chi ha sottovalutato l’importanza delle RSU e del valore politico del loro rinnovo, preferendo inseguire il movimento, certo importante per agitare le questioni, ma che non può sostituire quel  “movimento quotidiano” che, con l’impegno e la fatica di migliaia di attivisti, tiene desto ogni giorno per 365 giorni all’anno  il rapporto con i lavoratori.

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La geografia del voto

In quasi i due terzi delle province la Cgil Scuola è il primo sindacato (un terzo circa nel 2000). Gilda (praticamente dimezzata dal voto) e Cobas (circa un terzo della propria consistenza elettorale in meno) che avevano il primato in 5 o 6 province non ne hanno più una e anche la Uil Scuola che pure un certo aumento l'ha registrato, mantiene il primato solo in 4  province di 10 che ne aveva (e in una è a pari merito con la Cgil Scuola).  In calo anche  i primati di Cisl e Snals (rispettivamente in 23 e 8 province).

La scorsa volta la Cgil Scuola aveva un risultato molto omogeneo. Buono  (era già il primo sindacato) ma spalmato in maniera pressoché omogenea sul territorio nazionale. Facevano eccezione poche province sparse, dove il dato era più basso della media nazionale (26%) e il Nord dove il dato era quasi omogeneamente più alto (30% e oltre).

Oggi il dato è notevolmente più alto e le punte di eccellenza si estendono in maniera quasi omogenea alla Toscana e a parecchie province del Sud e delle Isole. Il dato appare anche più sgranato:  In Piemonte, Liguria, Emilia, Friuli,Veneto, Toscana, ma anche in  Sardegna e Molise si attestano i risultati più alti, mentre Puglia, Basilicata sono su dati medi. Forti le aree urbane (Genova, Torino, Milano, Roma e anche Napoli). Più deboli alcune aree del Centro-Sud, della Sicilia e dell'alta Lombardia.

Uno sgranamento però a crescere, non a calare. Tranne eccezioni che si contano sulle dita di una mano, la Cgil Scuola cresce ovunque.

Più significativo l'effetto sugli altri grandi sindacati: la Cisl Scuola, che mantiene i voti dell'altra volta, rivela i suoi assetti di forza nel Centro Nord e assai meno nel Sud. Ha il suo punto più debole nel centro Italia fra Lazio (con l'eccezione di Latina) e Abruzzo.

Lo Snals che ha oggi una consistenza media pressoché pari alla metà della Cgil Scuola ha i suoi punti di forza sostanzialmente in tre grosse aree ben delimitate: a cavallo tra Veneto e Lombardia,  nel centro Italia, e nel profondo Sud rappresentato dalla zona Campano-Appulo-Lucana e in alcune piccole "isole": le Alpi Marittime, il Carso, la Sicilia Orientale (dove però risulta molto indebolito rispetto alla volta scorsa). 

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