Ritardi e inadempienze sul contratto scuola.
I sindacati diffidano il Governo

Si è dovuti giungere alla diffida nei confronti del Presidente del Consiglio, del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la funzione pubblica e del Presidente dell’Aran, tutti inadempienti nei procedimenti per arrivare alla sottoscrizione definitiva del contratto scuola.

L’atto di diffida, notificato ieri agli interessati, è stato promosso dalle organizzazioni sindacali Cgil Scuola, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, preoccupate dei ritardi che si vanno accumulando sull’iter contrattuale e che si traducono in danni economici e professionali per il personale.
Docenti e personale Ata contavano di ricevere gli arretrati già in luglio, ma di questo passo anche agosto rischia di passare invano.

Il contratto scuola, come si ricorderà, è stato siglato il 16 maggio e da quel momento segue un iter preciso. I sindacati avviano le consultazioni dei lavoratori, che si sono svolte e concluse nei tempi previsti, e approvano la “preintesa” con deliberazioni dei propri organi dirigenti. La parte pubblica deve, a norma di legge, operare una serie di passaggi, che possiamo sintetizzare come segue:

1. l’Aran deve ottenere il parere favorevole del Comitato di settore, il quale si deve pronunciare entro 5 giorni dalla richiesta. Nel caso del contratto scuola il parere è espresso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, tramite il Ministero della funzione pubblica (di concerto con il tesoro e l’istruzione) previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.
2. Una volta ottenuto il parere il contratto torna all’Aran che il giorno successivo deve inviarlo alla Corte dei conti per il controllo e la registrazione. La Corte ha 15 giorni di tempo per pronunciarsi. Quindi, se il pronunciamento è favorevole, si va alla sottoscrizione definitiva e il testo entra in vigore.

Dalla sigla del contratto è passato oltre un mese e mezzo e  il Consiglio dei Ministri del 30 giugno non l’ha neppure preso in considerazione nonostante il termine perentorio che la legge gli impone.

Ecco perché i sindacati hanno avvertito, nell’atto di diffida, che “provvederanno a tutte le necessarie azioni legali, anche occorrendo in sede penale e civile per ottenere il pieno riconoscimento dei diritti dei lavoratori della scuola ed il risarcimento di tutti i danni da questi eventualmente subiti”.

Roma, 2 luglio 2003

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