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LETTERA APERTA DI ANGELO VACCARO SEGRETARIO GENERALE CGIL BASILICATA SUL REFERENDUM SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA.

E’ importante che il 12 e 13 giugno prossimi ogni cittadina ed ogni cittadino si rechi alle urne per esercitare in piena libertà il diritto-dovere di esprimersi sui quattro quesiti referendari relativi alla Legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita.

Solo con l’espressione di un voto consapevole è possibile, infatti, entrare nel merito del contenuto di una legge che interroga la coscienza di ciascuno e ripropone, nel contempo, il problema mai del tutto risolto del rapporto tra l’etica dei principi e l’etica della responsabilità nello svolgimento delle funzioni pubbliche, a partire dalla primaria funzione legislativa.

Personalmente ritengo vadano anzitutto cancellate le parti più ingiuste ed inumane della legge in questione, rispondendo SI ai quesiti abrogativi.

Troppe e macroscopiche sono le contraddizioni e le ipocrisie di cui è intrisa la Legge 40.

L’immotivata esclusione dalla fecondazione assistita delle coppie fertili, ma portatrici di gravi malattie genetiche e trasmissibili a cui si concede l’aborto terapeutico, ma non la possibilità di evitarlo con le analisi preimpianto.

L’assurdità del divieto di produrre più di tre embrioni e di congelarne una parte e con la prescrizione –questa si contraria a qualsiasi principio etico- di trasferirli tutti e contemporaneamente anche se malati in utero.

L’assenza di qualsiasi seria ragionea fondamento del divieto di donare a fini di ricerca gli embrioni soprannumerari, destinati ad una morte senza nascita, quando invece la ricerca su di essi potrebbe portare la medicina a individuare la cura per patologie gravissime come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer o il diabete giovanile.

E’ fuorviante e strumentale accreditare l’idea che sia in campo uno scontro tra cattolici e laici.

Quando si tratta di legiferare su questioni di bioetica rappresenta sempre una contraddizione in termini il voler partire dall’etica dei principi.

L’etica dei principi postula, infatti, l’impossibilità della pretesa di mediare tra diverse concezioni etiche e religiose.

E’ l’etica della responsabilità quella che consente di farsi carico delle conseguenze della legge sulle persona e sulle relazioni tra i cittadini e di rispondere del proprio operato sulla scena pubblica. Non a caso anche la più parte del mondo cattolico riconosce il primato della laicità dello Stato.

Ed è sempre l’etica della responsabilità quella che può valorizzare il pluralismo etico e rispettare l’incomprimibile libertà delle coscienze, garantendo in ambiti delicatissimi e strategici sintesi politiche e giuridiche capaci di salvaguardare la libertà e l’autonomia delle persone, della famiglia, della società civile.

Potenza, 6 giugno 2005

Angelo Vaccaro

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