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Appalti delle pulizie: il Miur contro i lavoratori.

Ancora una volta i responsabili del Miur scelgono di mettersi contro i lavoratori precari ATA e consolidano con le loro azioni il disegno di privatizzazione dei servizi scolastici nelle scuole.

Infatti, il confronto su come organizzare sul territorio le gare per l’affidamento degli appalti di pulizia nelle scuole, su come coinvolgere le istituzioni scolastiche nelle modalità di stipula dei contratti di appalto e organizzare i servizi è iniziato con diversi soggetti interessati escluso i sindacati della scuola.

Una scelta grave che rappresenta una svolta negativa nel sistema delle relazioni sindacali e conferma, nonostante le rassicurazioni verbali, quanto già ampiamente denunciato dalla FLC Cgil circa l’ipotesi del Ministero di prevedere, tra le attività da appaltare nelle scuole, oltre alle pulizie, anche tutte le altre attività ausiliarie svolte oggi dal personale collaboratore scolastico.

Come FLC Cgil non siamo e non saremo mai d’accordo.

Tutte le attività ausiliarie (le pulizie, i servizi alla persona, la vigilanza sugli alunni nella scuola) sono una prerogativa del sistema pubblico e non sono appaltabili ai privati. Appaltare lo svolgimento delle attività ausiliarie è una scelta inammissibile per le scuole, che hanno già subito l’esperienza negativa degli appalti delle pulizie, e per i lavoratori precari.

Il Miur, invece di utilizzare le risorse annualmente spese per gli appalti (oltre 650 milioni di euro) per stabilizzare tutti i lavoratori precari progetta l’espansione degli appalti di pulizia prevedendo il taglio di altre migliaia di posti di lavoro di collaboratore scolastico.

Il Ministero, in questo periodo, ha teso una mano promettendo una manciata di posti per le immissioni in ruolo dei lavoratori ATA precari ma con l’altra mano, quella nascosta degli appalti, taglia altri ventimila posti di lavoro.

Un film già visto di cui conosciamo gli interpreti, l’attrice protagonista e il soggetto: precarizzare il lavoro, smantellare i servizi scolastici e mettere in ginocchio la scuola pubblica.

Con le altre Organizzazioni sindacali decideremo come impedire che questo disegno vada avanti.

Roma, 20 giugno 2005

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