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Camera dei Deputati
Interrogazione su Interventi a favore della scuola pubblica e risposta del Ministro

Stenografico Aula in corso di seduta
Seduta n. 603 del 16/3/2005

(Interventi a favore della scuola pubblica - n. 3-04341)

PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-04341 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, ministro Moratti, venerdì 18 marzo prossimo, insieme al pubblico impiego, si fermerà anche il mondo della scuola in occasione di due scioperi nazionali, gli ennesimi, decisi, il primo, dai sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL e, il secondo, dai Cobas scuola. Al centro di questa importante mobilitazione vi è il rinnovo dei contratti dei docenti, la drammatica questione dei precari della scuola, il rifiuto dei tagli agli organici apportati in questi anni dalle manovre finanziarie e, in generale, le disastrose politiche avviate sulla scuola pubblica attraverso l'applicazione della cosiddetta riforma Moratti.
Quanto verificatosi in questi anni sulla pelle del personale della scuola è drammatico. Nel settore scolastico si registrano 30 mila posti di lavoro in meno (quindi, tagli per 30 mila lavoratori), fra cui 9.600 collaboratori scolastici. Il precariato è vertiginosamente è aumentato. La situazione generale della scuola è di grande disagio e preoccupazione.
Chiediamo quali siano le intenzioni di questo Governo per invertire la rotta e dare risposte ai diritti del mondo della scuola.

PRESIDENTE. Il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dottoressa Moratti, ha facoltà di rispondere.

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei anzitutto esprimere sconcerto per i dati sui quali si basa l'interrogazione dell'onorevole Titti De Simone. La spesa complessiva per l'istruzione nel nostro paese è passata da 35 miliardi 787 milioni di euro nel 2001 a 40 miliardi 407 milioni di euro nel 2005, con aumenti complessivi del numero dei posti di sostegno, passati da 74 mila nel 2000 a 79 mila nel 2003-2004. La manovra finanziaria del 2005, così come quelle precedenti, ha destinato al comparto scuola una deroga al divieto delle assunzioni, ha confermato la dotazione organica di diritto per il corrente anno scolastico e ha assegnato nuovi fondi per 110 milioni di euro.
In merito al supposto decremento dell'organico, devo evidenziare che tale andamento non si è verificato: abbiamo conservato i posti dello scorso anno.
Per quanto riguarda il riassorbimento del precariato, quest'ultimo, purtroppo, rappresenta un fenomeno ereditato da questo Governo. Sono state prese misure molto concrete di riduzione del precariato, ridotto del 30 per cento dal 2001 ad oggi con l'assunzione in ruolo di 90 mila, tra docenti e personale tecnico amministrativo. Ieri a Palazzo Chigi abbiamo avviato le trattative per il rinnovo contrattuale.
Vorrei ricordare che nel biennio 2002-2003 i docenti della scuola hanno ricevuto un incremento medio di 147 euro mensili, a fronte dell'incremento di 115 euro mensili registrato nel pubblico impiego.
Vorrei ricordare, inoltre, che i docenti della scuola dispongono per il rinnovo contrattuale del biennio 2004-2005, oltreché delle risorse stanziate per la scuola pari a 89 euro mensili medie, anche dell'incremento delle risorse del Fondo per la valorizzazione del personale docente, pari a 30 euro mensili. Sono in tutto 680 milioni di euro, che sono stati destinati alla scuola, ai docenti dal 2002-2004, più 188 per il personale ATA.
Questi sono i dati veri sui quali credo ci si debba basare per parlare del nostro comparto. Gli investimenti - aggiungo - sarebbero stati maggiori se non fossero stati pesantemente pregiudicati da eredità passive che hanno creato oneri non previsti né coperti, che il Governo ha ovviamente coperto e che da, quanto ci risulta, dovremo continuare a coprire.
Vorrei ricordare che abbiamo incrementato gli organici in modo particolare...

PRESIDENTE. Onorevole ministro...

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
... grazie alla riforma, creando 760 posti in più dal 2001 e 2004 per la scuola dell'infanzia, oltre a 400 per il corrente anno scolastico; con i finanziamenti previsti dall'ultima legge finanziaria sono stati attivati 2.900 posti in più per gli anticipi, oltre a 900 posti di organico di diritto per l'insegnamento della lingua inglese.
Ritengo che questi siano tutti dati positivi, che confermano la centralità degli investimenti nella scuola da parte di questo Governo.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, francamente non so quali dati ci abbia portato il ministro Moratti, soprattutto in riferimento a quale scuola e di quale paese. Certamente, non si riferiscono ai dati della scuola pubblica italiana, anche perché, ministro, mi consenta: le bugie hanno le gambe corte! Sono quattro anni che governate in modo disastroso, e in particolare sul tema della scuola e dell'università pubblica.
Credo che vi siano i dati sufficienti per poter ormai esprimere un giudizio: lo possono dare le famiglie, i genitori, gli insegnanti, i precari e gli studenti che in questi anni si sono visti drammaticamente peggiorare la loro scuola, svuotata di tempo, di risorse, di insegnanti, di ore, di professionalità, di curriculum, di contenuti, insomma di tutto quello che fa della scuola un laboratorio importante di cittadinanza.
I dati, ministro Moratti, noi li abbiamo come li avete voi, e francamente sono quelli passati attraverso i vostri decreti e le vostre leggi finanziarie, quelle che hanno apportato tagli e controtagli continui agli organici e alle risorse della scuola.
Vuole che le faccia qualche esempio? Avete, aumentato del 53 per cento i finanziamenti alla scuola privata. Lo sa cosa è successo invece nella scuola pubblica? I finanziamenti sono diminuiti del 44 per cento per il funzionamento didattico e amministrativo!
Ho qui con me diverse lettere (sono ormai decine e decine) di circoli didattici d'Italia che scrivono che l'importo dei finanziamenti del Ministero per l'istruzione, l'università e la ricerca scientifica per il piano dell'offerta formativa è stato drammaticamente decurtato. Le scuole non hanno nemmeno più i soldi per pagare le bollette; addirittura, è scritto in questa lettera a firma di una dirigente scolastica, l'importo totale del vostro finanziamento è inferiore alla tassa per i rifiuti solidi urbani, che deve essere versata dalla scuola al comune.
Vi rendete conto in quale situazione state mettendo le scuole italiane? Per non parlare dei tagli che avete apportato alla scuola secondaria superiore, alla scuola media...

PRESIDENTE. Onorevole De Simone...

TITTI DE SIMONE. ...i tagli delle ore di inglese. Insomma - e concludo - davvero oltre il danno non ci può essere anche la beffa.
Penso che il mondo della scuola ricavi ormai da tutto questo elementi chiarissimi e che voi dovreste trarne le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

Testo dell'interrogazione:
TITTI DE SIMONE- Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
venerdì 18 marzo 2005, insieme al pubblico impiego, si fermerà anche la scuola per due scioperi nazionali, decisi da Cgil, Cisl e Uil, il primo, e dai Cobas scuola, il secondo;
il rinnovo dei contratti dei docenti, l'assunzione dei precari, il rifiuto dei tagli agli organici e alla riforma Moratti sono le rivendicazioni principali di entrambi i fronti;
se le due piattaforme hanno anche posizioni ed obiettivi divergenti su alcuni aspetti, una è la preoccupazione generale: il disinteresse dell'attuale Governo per la scuola pubblica;
un dossier della Cgil scuola evidenzia che negli ultimi anni i fondi per la pubblica istruzione hanno subito un profondo ridimensionamento;
il piano programmatico del 2003 prevedeva 8.320 milioni di euro per un quinquennio, ma ad oggi di questi ne sono stati stanziati solo 465, l'unica voce che è aumentata dal 2001 (+120 milioni di euro) riguarda il personale, ma, come spiega il sindacato, il dato tiene conto del precedente rinnovo del contratto (finanziato in gran parte dal Governo precedente) e delle economie di sistema positive grazie ai tagli di personale;
ma gli altri capitoli della scuola pubblica hanno di che rammaricarsi: -44 per cento per il «funzionamento didattico e amministrativo», ossia tutta la spesa corrente come libri, bollette, manutenzione ed altro; -22 per cento per «formazione», la voce che incide sulla qualità del servizio; -35 per cento degli stipendi del personale supplente;
parallelamente a questi tagli alla scuola pubblica, la scuola privata ha goduto di un incremento di fondi statali pari al 53 per cento;
la mancanza di fondi va a colpire, ovviamente, anche i lavoratori, con pesantissimi tagli agli organici: se nella scuola d'infanzia ci sono state circa 500 assunzioni, nella primaria ora ci sono 4.100 insegnanti in meno e nella secondaria di primo grado ne sono spariti 5.000 in tre anni;
ma è nella scuola secondaria di secondo grado dove si sconta il maggior dazio, anche per la soppressione di alcuni indirizzi storici: 13 mila insegnanti in meno nell'organico;
dal decreto n. 128 del 2001 i tagli hanno interessato 30.000 lavoratori circa, fra cui 9.600 collaboratori scolastici;
una menzione a parte merita il sostegno agli alunni disabili: per loro le risorse sono scese dai 18 milioni di euro del 2001 agli 11 milioni del 2004, così che i tagli nel solo 2001 hanno toccato 3.236 insegnanti e, attualmente, il 40 per cento dei posti necessari è coperto da precari;
a tutto ciò si aggiunge il blocco delle assunzioni stabilito dalla legge finanziaria per il 2005;
pertanto, i motivi per scioperare non sono, per i sindacati, né pochi, né di poco conto -:
se non ritenga il Governo di dover modificare l'atteggiamento, secondo l'interrogante, di disinteresse fin qui manifestato nei confronti della scuola pubblica nella sua interezza e di attivarsi per impedire, come viene richiesto dall'intero mondo della scuola, la progressiva precarizzazione dei lavoratori.
(3-04341)
(15 marzo 2005)

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