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Mentre il Ministro cerca di attirare l’attenzione sulle fondazioni presentandole come la panacea di tutti i mali, le scuole sono schiacciate dalla durezza del lavoro quotidiano semplicemente perché non hanno più soldi in cassa e, a questo proposito, la loro percezione del futuro è piuttosto negativa.

Casse vuote nelle scuole: le soluzioni non sono le donazioni ma finanziamenti adeguati ed un serio rilancio dell’autonomia finanziaria

Le ragioni del grave stato di cose in cui versa la scuola sono molteplici. Alcune di queste sono frutto di una pesante eredità del passato, altre invece sono più recenti. Il tutto rischia di trasformarsi in un mix esplosivo.

Vediamo come è la realtà dei fatti:

  1. dal 2001 al 2006 i bilanci delle scuole hanno perso oltre 600 milioni di euro di finanziamenti per stipendi, spese di funzionamento, mancato rimborso per la Tarsu, L. 440/92, spese per l’integrazioni degli alunni diversamente abili, ecc. Questo dato in termini percentuali significa un impoverimento delle risorse che supera il 50%;
  2. L’imposizione dei tetti di spesa (Leggi Finanziarie 2003 e 2005) sui compensi per gli esami di maturità e per gli stipendi al personale supplente temporaneo, ha fatto cumulare alle scuole debiti fuori bilancio per oltre 300 milioni di euro. E’ bene sapere che il Procuratore generale della Corte dei conti, nel suo intervento sulla parificazione dei conti dello Stato, a giugno del 2006 a proposito dei tetti di spesa si esprimeva nel seguente modo:”Devo segnalare che la fissazione dei tetti di spesa ha posto in varie occasioni le Amministrazioni e gli enti in difficoltà, per la necessità di far fronte a passività derivanti da impegni contrattuali pendenti i quali, in ragione del limite di spesa finiscono per trasformarsi in debiti fuori bilancio con aggravio di spese e interessi”;
  3. Per la costituzione del fondo di scuola, la finanziaria 2007 stanzia 2.487.246.103 di euro. Una cifra di gran lunga inferiore a quella, 3.000.000.000 di euro, dichiarata dal Ministro anche negli ultimi giorni. In definitiva, siamo a una media di 230.685 euro per scuola. Con questo budget la singola scuola deve pagarci tutte le spese: stipendi, funzionamento, miglioramento dell’offerta formativa, compensi esami di maturità, mensa gratuita agli insegnanti, funzioni Ata e spese l’integrazione degli alunni diversamente abili.

Da non trascurare il fatto che del budget fanno parte anche i finanziamenti del CCNL destinati al fondo di istituto.

La lettura dei dati, nella crudezza dei numeri, fa scoprire la realtà meglio di quanto non facciano le parole e ci fa dire che nessuna operazione mediatica, come la proposta delle fondazioni, potrà sostituirsi ad un serio rilancio dell’autonomia finanziaria delle scuole, punto cardine dell’autonomia scolastica. Il Ministro così facendo dimostra una scarsa attenzione al lavoro delle scuole, ai diritti dei supplenti, da mesi senza stipendio e al diritto allo studio degli alunni dal momento che spesso vengono smistati in altre classi (nominare i supplenti per le diverse discipline è diventata per le segreterie una missione impossibile).

Tutto questo avviene mentre al MPI si discute dei parametri nazionali per la dotazione ordinaria delle scuole e della nuova gestione dei finanziamenti secondo le previsioni del comma 601, art. 1 della finanziaria 2007.
Questo fatto, che pure è importante, non basta di per sé a risolvere i problemi di funzionamento delle scuole.

La discussione sulla scelta dei parametri nazionali che i Dirigenti ministeriali stanno studiando con molta attenzione, appare un fatto marginale se il Ministro non presenterà al Parlamento alcune richieste importanti per riparare i guasti profondi fatti dalla precedente gestione.

Per la FLC queste sono le richieste su cui è necessario richiamare l’attenzione della politica per ottenere le necessarie soluzioni legislative:

  • finanziamento straordinario di 600 milioni di euro per ripianare i debiti accumulati dalle scuole negli ultimi cinque anni;
  • eliminazione del tetto di spesa per gli stipendi dei supplenti brevi;
  • inserimento degli stipendi dei supplenti temporanei con contratto superiore a due mesi tra le spese fisse obbligatorie a carico del Tesoro. Ci chiediamo ad esempio se sia sostenibile per la scuola il pagamento degli stipendi di quei supplenti che sostituiscono le docenti in maternità per l’intero anno scolastico;
  • accordo con la conferenza Stato Regioni per risolvere il problema del pagamento della Tarsu che molti Comuni hanno aumentato dopo la Finanziaria 2007;
  • un sistema di accreditamento dei fondi alle scuole che sia unico e non come quello attuale che mantiene un doppio regime sul livello nazionale e regionale.

Di questo hanno immediatamente bisogno le scuole per un apprezzabile funzionamento del sistema, mentre i benefici delle fondazioni potranno forse venire, se verranno.

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