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COMUNICATO STAMPA

del Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni Italiani

www.piccolicomuni.com
virgiliocaivano@virgilio.it
Tel.3483722435 fax 0885654723
Corso Principe Umberto,52 Rocchetta Sant’Antonio(Fg)

AL MINISTRO FIORONI CHIEDEREMO PER I PICCOLI COMUNI UNA SCUOLA "NUOVA" E MENO ACCOMODANTE

Un Paese moderno che vuole vincere la sfida del domani, non può lasciare in una condizione di totale disastro nella didattica e nelle strutture, la scuola, il vero presidio di democrazia e luogo principe per la formazione delle nuove generazioni. Il disagio delle famiglie e soprattutto degli scolari delle scuole dei piccoli Comuni ha raggiunto un limite di non ritorno, di autentica mortificazione dell’intelligenza delle persone.

Alla scuola italiana – afferma il Portavoce dei Piccoli Comuni italiani Virgilio Caivano, impegnato in un forum on-line sulla formazione di base nei piccoli Comuni - ed a quelle dei piccoli Comuni in maniera particolare, occorrono riforme vere, non semplici palliative che non risolvono nessun problema. Il livello degli insegnanti molto spesso è davvero basso, nelle scuole dei piccoli Comuni, quasi sempre mancano gli strumenti minimi per agire e soprattutto si registra una notevole stanchezza da parte del corpo docente, poco motivato alla riqualificazione per affrontare e vincere le nuove sfide tecnologiche. Al Ministro Fioroni - continua il Portavoce dei Piccoli Comuni - avanziamo la proposta di non lasciare più, per 20/30 anni, gli insegnanti nello stesso posto, perché il livello di cristallizzazione prodotto da un così lungo tempo nella stessa scuola è ormai insopportabile. Come da più parti viene segnalato al sito www.piccolicomuni.com in tante scuole dei piccoli Comuni italiani (esempi di Bonito, Pontelandolfo, Carlantino ed altri a centinaia) si verificano episodi di grave insofferenza al cambiamento, alla necessità di affrontare le nuove generazioni con argomenti e metodi moderni. Come Coordinamento dei Piccoli Comuni proponiamo una sorta di turnover, come i Sacerdoti e i Carabinieri che non possono restare nello stesso Comune per più di sei anni, con divieto di docenza locale che spesso da origine a fenomeni di valutazioni per appartenenza partitica o delle famiglie, ai danni degli alunni indifesi e della collettività.

Proponiamo la possibilità di rimuovere dagli incarichi quegli insegnanti incapaci e premiare quelli di acclarata professionalità; più poteri ai genitori ed ai dirigenti scolastici e meno ai sindacati partitici; più controlli sulle assenze di comodo ed agli accomodamenti facili; nonché proponiamo un metodo nuovo di selezione del personale docente e alle verifiche periodiche sul rendimento.

La scuola nei piccoli Comuni ha bisogno di nuovi stimoli, di un nuovo grande sogno da condividere con le famiglie e con i giovani studenti per realizzare la piena formazione dei cittadini del domani. La stragrande maggioranza degli insegnanti che opera nelle scuole dei Piccoli Comuni ha poca dimestichezza con le nuove tecnologie informatiche, non ha grandi stimoli a migliorare ed in tantissimi casi non ha laboratori informatici veri e soprattutto non realizza programmi alternativi di qualità. Vive una chiara condizione di preistoria informatica, non possiede attrezzature sportive. La scuola nei piccoli Comuni è ormai autentica retroguardia formativa, incapace di essere al passo con i tempi, fuori da ogni contesto europeo. La scuola italiana – conclude il Portavoce dei Piccoli Comuni – deve ritornare ad essere protagonista della crescita complessiva del Paese e per realizzare questo grande sogno la politica ed il sindacato devono mettere da parte la tutela del recinto ed aprirsi al grande mare del futuro, che deve avere nel merito, nelle capacità, nei talenti, il cuore pulsante della scuola dell’oggi per regalare un domani al nostro Paese. Le grandi riforme che necessitano alla scuola devono trovare in tutti i protagonisti in campo un posizione condivisa per il bene dei fanciulli. Una scuola dei diritti e dei doveri dove gli scolari hanno davvero voce in capitolo e sono protagonisti autentici, anche se vivono nei piccoli Comuni italiani.

Rocchetta Sant’Antonio,17 gennaio 2007

Addetto Stampa
Andrea Gisoldi

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