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Un milione di lavoratori della scuola trova finalmente rinnovato il proprio contratto di lavoro per il quadriennio 2006-2009 e il biennio economico 2006-2007; una chiusura che registra per la prima volta il consenso di tutti i sindacati rappresentativi della scuola.

Un contratto per il lavoro di qualità

La retribuzione con le risorse disponibili
L’ipotesi di contratto proseguirà il suo iter con i controlli di rito per essere sottoscritta definitivamente entro massimo 55 giorni: essa prevede incrementi medi mensili di circa 140 euro per i docenti e di circa 100 euro per il personale ATA, saranno anche liquidati in busta paga gli arretrati relativi agli anni 2006 e 2007.

L’aumento è calcolato, in sede negoziale, tenendo conto della “massa salariale”, cioè dell’insieme delle risorse disponibili sia per gli stipendi tabellari che il salario accessorio fisso e variabile.
Basta pensare che in questa media si considerano anche i finanziamenti nazionali totali del Fondo di scuola divisi come se la quantità di risorse complessive venissero distribuite in parti uguali a tutti i docenti.
Inoltre nella media sono anche considerati gli incrementi che riguardano questo primo biennio ma che saranno disponibili con la finanziaria per il 2008.
Un meccanismo di calcolo convenzionale quindi, analogamente applicato anche al Personale ATA.

La pensione integrativa
Non vengono invece considerati, nel calcolo degli incrementi, i benefici che derivano a coloro che si trovano in regime di TFR e a coloro che hanno aderito ad Espero; una partita particolarmente significativa, quella sullo sviluppo della previdenza integrativa, che rappresenta uno strumento di tutela che parla ai giovani, i più esposti nella costruzione del proprio futuro.

Il testo unico
Un contratto sempre più “testo unico” della scuola perché si è ulteriormente proceduto ad una più ampia contrattualizzazione del rapporto di lavoro, riducendo i rinvii a leggi o contratti preesistenti. Un contratto da apprezzare anche nella sua evoluzione rispetto a quello precedente per quelle parti, inserite in epoca morattiana, che spariscono.

Il lavoro di ogni giorno, quello con gli alunni
Un contratto che vuole parlare al lavoro quotidiano delle scuole, appesantite in questi anni da una deriva verso modelli organizzativi, ed ha per questo concentrato la sua attenzione sull’attività didattica in classe, rafforzando gli istituti negoziali che premiano il lavoro a scuola, con gli studenti.

Vanno in questa direzione le integrazioni apportate alla funzione docente, finalizzate a mettere sotto osservazione gli esiti dei processi formativi, e quelle al profilo professionale dei docenti tra le cui competenze professionali trova esplicito riconoscimento l’attività di documentazione e valutazione, messo in relazione alla capacità di promuove la qualità della scuola. Mentre un articolo nuovo valorizza l’attività di ricerca didattica, intesa come parte costituente la professionalità docente, né complementare né avulsa dal lavoro, anzi strategica per migliorare la qualità dell’offerta formativa.

Fa da cornice a questo orientamento la scelta di sostenere il lavoro svolto con e per gli alunni con un robusto aumento della retribuzione oraria eccedente quella obbligatoria, attribuendo un peso economico ancora più alto alle ore impegnate per le attività di recupero dei debiti degli alunni ed incardinate nel piano programmatico dell’offerta formativa.

La contrattazione e le RSU
Un’altra serie di istituti amplia il potere negoziale di scuola delle RSU potenziando l’informazione preventiva e le materie contrattuali sull’organizzazione del lavoro e poggia la contrattazione su un fondo di scuola completamente innovato e semplificato: soli tre parametri di calcolo rispetto ai nove precedenti.

I nuovi parametri di attribuzione del Fondo hanno due voci che sono comuni a tutte le scuole: fondamentale nel peso ( 68%) è il numero di addetti, senza distinzione tra docenti ed Ata, e una voce ( 15%) tende invece ad intercettare le diverse complessità, come ad esempio quelle territoriali, un alto numero di plessi o sezioni staccate, o quelle con corsi serali, o sezioni ospedaliere e penitenziarie…
Un terzo parametro di aggiunge per le scuole medie superiori , finalizzato espressamente all’obbligo scolastico ed il suo peso (17 %) equivale alla quota dei finanziamenti dei vecchi Idei.

Il tutto è sostenuto anche da una scansione dei tempi a disposizione per la contrattazione integrativa di scuola , dalla certezza che essi entrano in vigore dopo 30 giorni, tempo a disposizione della verifica da parte dei revisori dei conti e dal dovere di pagare comunque
le retribuzioni definite nella contrattazione entro il 31 agosto.

Le situazioni difficili
Una rinnovata attenzione agli istituti che sostengono il lavoro di tutto il personale nelle situazioni sociali più difficili e delicate come le zone a rischio, quelle in cui la dispersione scolastica è più alta, o in cui la presenza di numeri altissimi di alunni stranieri di etnie diverse richiede una scuola più efficace.

Il personale ATA
Il lavoro ATA ha subito negli ultimi anni una modifica radicale e profonda, poco sostenuta e valorizzata finora, i tempi stretti non hanno consentito il confronto su tutti i temi della professionalità che vanno armonizzati in diversi istituiti, per la richiamare le funzioni nuove e più alte che vengono svolte. Per questo è stata scelta una sequenza negoziale specifica. Sono stati già rivisti i titoli di accesso ai profili, un passaggio importante, che richiama il valore che si riconosce ai lavori negli uffici che sostengono la scuola autonoma.

I precari
Il contratto assicura alle lavoratrici madri, nel periodo di astensione obbligatoria, anche il diritto alla proroga successiva del contratto, oltre quello di stipula; il pagamento delle domeniche ogni volta che l’orario di lavoro sia effettuato per la durata settimanale, prescindendo dai modelli organizzativi adottati e la permanenza in servizio quando il titolare rientri in servizio dopo il 30 aprile.

E da domani, cioè oggi

La FLC Cgil è capillarmente impegnata nelle assemblee per informare dettagliatamente i docenti ed il personale ATA degli esiti della contrattazione e raccogliere il loro giudizio di merito ma anche per spiegare le ragioni dello sciopero del 27.
Vogliamo infatti che questo contratto concluda la contrattazione alla fine dei bienni di riferimento, acquisendone tutte le risorse, e ne apra uno nuovo, che inizi al tempo giusto e abbia tutto lo stanziamento necessario per essere fatto. La responsabilità è, ancora una volta nelle mani della politica ed i lavoratori sono pronti a ricordarglielo.

Roma, 9 ottobre 2007

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