"EVITARE DI TRASFORMARE LA SCUOLA IN UN SERVIZIO PUBBLICO A DOMANDA INDIVIDUALE"

Comunicato stampa del Senatore D'Andrea sul Decreto Moratti 

Il senatore Giampaolo D'Andrea sintetizzando le ragioni del voto contrario del gruppo della Margherita in seno alla Commissione Istruzione del Senato, ha confermato "il giudizio negativo sullo schema di decreto, dovuto alla sua inadeguatezza rispetto non solo alle aspettative della scuola, ma anche agli stessi contenuti della legge di riforma, su cui pure il giudizio dell'opposizione era stato negativo per ragioni di metodo e di merito".  Ha ricordato che  "già in occasione dell'esame parlamentare del progetto di riforma Moratti , l'opposizione aveva criticato l'eccessivo ricorso allo strumento della delega, tanto più in assenza di precisi principi e criteri direttivi, che avrebbe consentito un'attuazione largamente discrezionale".

Tale contrarietà - ha continuato D'Andrea - si conferma ora, a fronte del primo decreto di attuazione, che vanifica preziose conquiste riformatrici venutesi affermando a partire dagli anni Sessanta. Già in occasione del dibattito sulla legge delega, l'opposizione aveva del resto paventato che in sede di applicazione si potesse manomettere l'assetto modulare della scuola elementare, sostituire i curricola con piani di studio stabiliti a livello centrale e vanificare la riforma del docente plurimo. Tali timori si sono rivelati tutti fondati, andando il decreto ben oltre le più fosche previsioni."

"Anche le critiche degli operatori interessati- ha osservato il senatore lucano- sono del resto in aumento in progressione geometrica, man mano che la riforma va definendosi nel dettaglio, e hanno raggiunto toni assai vivaci nel corso delle audizioni informali svolte dall'Ufficio di Presidenza della 7^ Commissione del Senato, ove sono emersi molti giudizi critici anche da parte di organizzazioni che non fanno riferimento all'opposizione"

             "Il decreto in esame - ha sottolineato il parlamentare della Margherita- frammenta e disarticola l'offerta formativa e, paradossalmente, determina un rapporto più difficile con le famiglie trasformando il servizio pubblico scolastico in un servizio a domanda individuale".

Il senatore D'Andrea ha,infine, espresso il timore che si possa determinare un ulteriore effetto distorsivo del decreto in esame, attraverso il collegamento con le disposizioni relative agli organici contenute nella finanziaria 2002 e che l'idea di scuola a tempo pieno, positivamente realizzata in tanti anni di applicazione possa definitivamente regredire verso il modello del doposcuola.

 

Roma lì 22 gennaio 2004

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