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Per quanto insufficiente, la legge finanziaria contiene alcune opportunità per la stabilizzazione dei lavoratori precari. Tuttavia rispetto alle Università le modalità di applicazione non sono ancora chiare, è quindi necessaria l'iniziativa del sindacato

Stabilizzazione dei lavoratori precari: le norme della finanziaria si devono applicare da subito

La legge finanziaria per il 2007, che presenta notevoli difficoltà interpretative, rischia di escludere i lavoratori precari dell’Università dalle norme previste per la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato nel pubblico impiego, prevista dal comma 519, che sembrerebbe parlare solo alle amministrazioni soggette al blocco delle assunzioni.
La FLC Cgil rivendica la disponibilità anche per gli Atenei del fondo destinato alla stabilizzazione dei lavoratori con contratto a tempo determinato. E' evidente, inoltre, che le Università possono, già da subito, applicare i criteri previsti per la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato proprio perché non soggetti al blocco delle assunzioni.

A tal fine, tutte le risorse interne potrebbero essere, infatti, destinate alla stabilizzazione dei lavoratori, non essendoci vincoli particolari per queste amministrazioni rispetto alle assunzioni.

Quindi nell’ottica della programmazione triennale, le Università devono dotarsi di un piano specifico per la stabilizzazione degli attuali precari, sulla base dei criteri stabiliti dalla legge finanziaria.

Peraltro a differenza degli Enti pubblici di ricerca che non hanno potuto assumere a tempo indeterminato dal 2001, le Università in questi anni, nella maggior parte dei casi, avrebbero potuto utilizzare lo strumento del contratto a tempo indeterminato anziché rapporti di lavoro precari.

A fronte di ciò, sarebbe davvero paradossale che l’esclusione delle Università dal blocco delle assunzioni, si trasformi in un ostacolo alla applicazione dei criteri previsti per la stabilizzazione del lavoratori precari, in particolare tecnici e amministrativi che non beneficiano neppure della norma specifica prevista per i ricercatori.

Noi chiediamo, pertanto, che il Ministero dell’Università e il Ministero della funzione pubblica chiariscano quanto prima le modalità attraverso cui le norme sulla stabilizzazione si applicano anche agli Atenei.
A sostegno di questa nostra richiesta, siamo impegnati a organizzare iniziative nei singoli Atenei e se necessario anche a livello nazionale.

Roma, 7 febbraio 2007

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